L’ Osteoma Osteoide è un Tumore osteoblastico benigno formato da un “nidus” centrale di tessuto osteoide vascolarizzato ed una zona periferica di osso sclerotico.
Rappresenta il 12% circa delle forme tumorali benigne dell’ osso
Il sesso maschile è più frequentemente colpito rispetto al femminile
Fig 1: La localizzazione è ubiquitaria anche se il sito più frequentemente colpito è rappresentato dal femore prossimale.
Fig.2: maschio 9 anni dolore persistente all’ anca destra. La rx grafia non è in grado di evidenziare con certezza la presenza di un osteoma osteiode del collo femorale che viene evidenziato chiaramente con la TAC (Fig. 3)
Il sintomo cardine è rappresentato dal dolore spesso costante con esacerbazione notturna e in alcuni casi viene alleviato soprattutto dall’ acido acetilsalicilico.
L’ iter diagnostico è rappresentato dall’ esecuzione di una radiografia come primo esame. Spesso non è sufficiente per fare diagnosi. Esame cardine è rappresentato dalla scintigrafia ossea con Tc 99MDP sulla cui positività poi viene effettuata una TAC che a questo punto è mirata sul punto di ipercaptazione e riesce a contenere anche l’ irradiazione dovuta a questo esame. (Fig.2D) La Risonanza Magnetica è un esame utile ma in alcuni casi non riesce in prima istanza a giungere alla diagnosi.
La terapia può essere farmacologica anche se la durata deve protrarsi anche per qualche anno per poter giungere alla remissione dei sintomi
La terapia chirurgica della asportazione “en bloc” della regione ossea all’ interno della quale era presente il nidus è stata una pratica in voga per anni anche se demolitiva e con tempi di convalescenza piuttosto protratti dovuti alla necessità di attendere che la porzione ossea asportata e che ovviamente indeboliva il segmento osseo si ricostituisse.
La pratica tradizionale è stata soppiantata dall’ introduzione della terapia con radiofrequenze TAC guidata per via percutanea. Presenta numerosi vantaggi come:
(Rosenthal et al.JBJS Am. 1998)
La procedura avviene con il paziente in anestesia generale nei locali della tac con un dispositivo dedicato (Fig.4) e aghi monouso di dimensioni differenti a seconda del sito da raggiungere e delle dimensioni della lesione da trattare. (Fig 5)
La durata della procedura, intesa come durata della radiofrequenza, è di circa 5-10 minuti. La temperatura che viene raggiunta a livello del nidus è di circa 90° C determinando una necrosi coagulativa
Il Trattamento è ben tollerato da tutti i pazienti
Le complicanze descritte non sono gravi e dipendono soprattutto dalla distanza dell’ ago con le strutture circostanti, per cui son descritte ustioni cutanee se il nidus si trova in segmenti ossei molto superficiali e controindicazione assoluta è la vicinanza del nidus a strutture “nobili” soprattutto radici nervose come nel caso di localizzazioni dell’ osteoma osteoide a livello vertebrale.
La modificazione del dolore è tipico dopo poche ore con remissione completa del dolore entro tre settimane dall’intervento.
É concesso il carico immediato e la ripresa dell’attività sportiva entro due mesi.
In conclusione la metodica in mani esperte ci consente di concludere che:
E rappresenta il trattamento di prima scelta in caso di osteoma osteoide nella maggior parte dei casi.
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